
A vent’anni esatti da quel “Lingua contro lingua” prodotto nel 1998 dal Consorzio Produttori Indipendenti, arriva, dopo tante altre collaborazioni che hanno fatto nascere altrettanti dischi, concerti e spettacoli, il nuovo lavoro dei Radiodervish.
Il gruppo pugliese, con tutta l’esperienza acquisita nel corso degli anni, si imbarca in un percorso lungo le rotte di quel Mediterraneo che da sempre ha costituito la cifra del loro cantautorato.
L’intero album, è una viaggio attraverso le acque e le terre che costeggiano questo Mare Nostrum, culla di culture diverse che costituiscono da sempre la base dei suoni e delle liriche dei nostri Radiodervish, e che fino a cent’anni fa aveva anche una sua lingua, il Sabir, la lingua dei porti, un misto di veneziano, arabo, francese, latino, genovese, ed altro. Il sangre e il sal, l’ultima traccia da cui prende il nome l’intero lavoro, è scritta e cantata dalla band barese proprio in questa lingua.
Il Sangre e il sal, sono un po’ le radici e le ali: il sangre è il sangue che ci riporta alle origini familiari, mentre il sal è il sale che è quel che resta e quello che aspetta dopo una traversata in mare.